sabato 10 ottobre 2009

Rwanda



Natura, sole, pace, serenità, no stress, non traffico, no inquinamento, visi sorridenti che ti salutano per strada, bambini allegri che giocano ovunque. Sarebbe un paradiso, un posto perfetto per vivere, se solo ci fossero per tutti le basi per una vita dignitosa: alimentazione adeguata, buone condizioni igienico-sanitarie e un casa accogliente.
È bello camminare per il paese, guardarsi attorno, salutare le persone, respirare questa vita che scorre tranquilla, scoprire un mondo nuovo. Le persone ci guardavano con curiosità, sorridevano e ci venivano incontro: in alcuni momenti ci sentivamo un po’ stupidi, i soliti turisti che arrivano, guardano dall’esterno e non capiscono niente, ma poi abbiamo iniziato a sentirci a nostro agio, a casa, perché nessuno ci faceva sentire la distanza che ci separava. Con tante persone non riuscivamo a parlare perché non conoscono francese o inglese, parlano solo la loro lingua, il ikinyarwanda, ma nonostante questo cercavano di comunicare, con i gesti, con il sorriso, anche solo per un saluto, per farci sentire benvenuti.
Tanti momenti ci hanno emozionato e colpito, anche se siamo appena arrivati.
Ci siamo fermati davanti ad una scuola, un gruppetto di bambini ci è corso incontro, uno di loro mi ha abbracciato e un altro mi ha preso le mani e mi ha guardato con un’espressione negli occhi che mi ha spiazzato: senza volere niente, senza chiedere niente, solo una spontanea e vera manifestazione di accoglienza, curiosità, gioia di vivere.
Sono sensazioni che non riesci a descrivere a parole. Senza aver fatto niente di speciale, ci sentivamo pieni e felici. E volevamo ricambiare, poter dare anche noi qualcosa a loro: la sola cosa che riuscivamo a dare era una carezza, un abbraccio, ma quello che sentivamo dentro era che avremmo voluto migliorare la loro vita, risolvere in un attimo tutte le difficoltà a cui vanno incontro tutti i giorni e che fossero felici per sempre.